Ero con lui quando cresceva nella mia pancia e gli parlavo, continuamente…
Ero con lui quando è venuto al mondo (beh lì si che c’ero).
Ero con lui quando si è girato, quando ha pianto per la prima volta , quando ha stretto la manina, quando ha preso il latte .
Ero con lui il suo primo giorno di nido.
Ero con lui quando ha preso per la prima volta l’auto, il pullman, il treno, l’aereo.
Ero con lui quando ha detto per la prima volta “mamma”.
Ero con lui quando si svegliava in continuazione di notte per mangiare e ci sono ancora ora quando sempre di notte si sveglia e piange e a volte non so neanche il perché, ma l’unica cosa che sembra calmarlo sono le mie braccia e il mio calore.
Sono con lui al mattino quando si sveglia e la sera quando vuole il latte e mi indica il biberon con quel suo ditino piccolo e cicciottello.
Sono con lui quando torno da lavoro e mi metto lì con lui a giocare.
Sono con lui quando va dalla pediatra , quando fa le vaccinazioni, quando “c’è bisogno” della mamma.
Allora perché a volte mi sento così triste?
Ci sono ore della sua giornata che non mi appartengono, cose che ha imparato che io ancora non so, sonnellini e capricci a cui non posso assistere, sorrisi e giochi che non posso condividere.
A volte è dura essere una madre che lavora …
